A Pescia la responsabilità è il cambiamento

A Pescia la responsabilità è il cambiamento

Leggiamo di “larghe intese” a Pescia in occasione dell’ultimo consiglio comunale. Ad oggi l’unica intesa, non certo larga, che abbiamo visto è stata quella di Abenante con la Marchi che a maggio ha salvato, con il suo voto decisivo, l’attuale Amministrazione. Noi non ci prestiamo ne ci presteremo ad operazioni di trasformismo, nè ora nè in futuro.

In Consiglio Comunale mercoledi sera ci siamo limitati a prendere atto che la Giunta voleva fare ricorso a Roma e il Sindaco ci ha ricordato che l’avrebbe fatto a prescindere, poichè non ha bisogno di assenso del consiglio. Per un principio di buon senso  le minoranze hanno solo ed esclusivamente preso atto della comunicazione del Sindaco di far ricorso e manifestato la volontà di aprirsi ad un dialogo DOPO aver preso visione delle motivazioni della sentenza. Dimostrando un grande senso di responsabilità fin qui mai avuto dalla amministrazione Marchi nei confronti delle minoranze. Non conosciamo nè i motivi né i contenuti del ricorso, visto che non ci sono stati forniti documenti.  In consiglio il sindaco Marchi ha detto:”io non mollo”. Una sfida all’opposizione o forse alla città?

La domanda che invece le facciamo è questa: la Giunta Marchi, rispetto al rischio di dissesto, si ritiene una soluzione o parte del problema?
Noi riteniamo che sia parte del problema perchè in questi anni non è riuscita a mettere in campo un reale e credibile percorso di risanamento, come abbiamo detto più volte.

Anche per questo presentammo una mozione di sfiducia, perchè lasciare tutto così come era costituiva la strada migliore per far peggiorare la situazione: l’attuale Amministrazione non è in grado di affrontare questa situazione e doveva farsi da parte per permettere di fare le scelte che scongiurassero uno scenario cosi infausto come quello che si sta profilando.

L’intesa Abenante-Marchi ha permesso invece di continuare questo percorso.
Vogliamo dirlo con chiarezza: a Pescia la responsabilità è il cambiamento, non lo status quo che la mini intesa Marchi-Abenante ha permesso di continuare

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