VENDITA DEPURATORE DI VENERI: LA REGIONE MONITORA LA SITUAZIONE. PRONTI A NUOVE INIZIATIVE

VENDITA DEPURATORE DI VENERI: LA REGIONE MONITORA LA SITUAZIONE. PRONTI A NUOVE INIZIATIVE

È arriva la risposta all’interrogazione che la collega Valentina Mercanti ed io avevamo presentato alcune settimane fa rispetto alla vendita del depuratore di Veneri, decisa dai Comuni di Pescia e Villa Basilica.
Come presumevo, la Regione non è stata assolutamente informata della scelta dell’alienazione dell’impianto e dunque la competenza e la responsabilità è totalmente dei Comuni ma l’assessora all’ambiente Monia Monni, che ringrazio, ha deciso di dare indicazioni agli uffici della Regione la Giunta regionale di monitorare questo percorso, assieme all’Autorità idrica toscana.

Non posso che essere soddisfatto che gli uffici della Regione e l’Autorità Idrica Toscana seguano con attenzione la situazione; la risposta alla nostra interrogazione ci conferma le forti preoccupazioni nei confronti di questa scelta compiuta dai due Comuni, in particolare dal Comune di Pescia dove è ubicato l’impianto stesso.
Visto che, essendo un impianto di proprietà dei Comuni, la Regione Toscana non può fare altro che monitorare il percorso, fermi restando i profili autorizzativi, a questo punto ci troviamo costretti a valutare, assieme numerosi cittadini che ci hanno contattato preoccupati per la perdita della proprietà pubblica di un impianto di così grande rilevanza ambientale, l’adozione di ulteriori iniziative nelle sedi opportune affinché questo bene pubblico possa rimanere tale.

La scelta della vendita della proprietà è irreversibile e condizionerà la vita delle nostre comunità e del tessuto produttivo per sempre: è una scelta profondamente sbagliata, a maggior ragione in un momento in cui i cittadini chiedono un più forte controllo pubblico su impianti del genere, mentre in questo caso la scelta è di fare un totale passo indietro.

Dalla risposta dell’assessora emergono anche altri elementi rispetto alla situazione attuale dell’impianto di Veneri: “da un punto di vista gestionale l’impianto è particolarmente attivo nella valutazione e sperimentazione di nuove tecnologie che possano aumentare il rendimento del trattamento e/o minimizzare gli impatti ambientali, infatti utilizza ossigeno liquido per alimentare, non solo il trattamento terziario con ozono sulla linea acque, ma anche aumentare il tenore di ossigeno dei fanghi nelle sezioni di trattamento biologico in maniera tale da minimizzare problematiche odorigene”.
Infine, l’assessore dà notizia del fatto che “ultimamente, sono state trasmesse al competente ufficio regionale richieste di modifiche non sostanziali volte alla sperimentazione di trattamenti non convenzionali sulle sezioni di digestione dei fanghi di supero (ozonolisi) e sugli stessi fanghi di supero (digestione ATAD). Oltre a ciò, con una delle consociate è in corso la progettazione di una sperimentazione legata al riuso delle acque depurate nel ciclo produttivo. La fase attuale è quella di preparazione delle prove sperimentali.”

Questo conferma dunque una forte attività di controllo in essere da parte delle autorità competenti e dunque l’importanza della questione, che riguarda tutti e non solo gli “addetti ai lavori”

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